Emergenza contagio Coronavirus.- martedì 10 marzo 2020
Varato l’ennesimo DCPM recante misure, a valenza nazionale, sempre più urgenti e stringenti di contenimento del contagio. Tale frenetica attività di Governo a dimostrazione della gravità di un fenomeno epidemiologico che avanza in modalità sempre più celere ed incontrollata.
Siamo tutti chiamati, con estremo senso di responsabilità, al rigoroso rispetto di tali disposizioni, pur ritenendo fondamentale la presenza della nostra grande Azienda sul territorio, unitamente all’azione di un Sindacato che concentra su di sé il legittimo disorientamento delle persone.
Ci siamo astenuti, sino ad oggi, dall’esprimere valutazioni di merito sulle misure adottate dal Comitato di Crisi, sempre rispettosi del lavoro altrui e soprattutto per evitare la diffusione di un ulteriore sentimento di panico, ma sempre consapevoli della gravità della situazione. Tuttavia, esprimiamo preoccupazione in relazione alla percezione che qualcuno ancora non recepisca una presa d’atto di quale sia la reale situazione entro cui siamo immersi, con conseguente mancanza di scelte forti, a fronte di un rischio che incombe in maniera sempre più marcata ed inesorabile.
Nello specifico:
- evidenziamo una significativa carenza nell’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitarie; mancano infatti negli uffici soluzioni idroalcoliche per l’igiene personale e le operazioni di sanificazione e disinfezione degli ambienti presentano forti limiti in relazione all’impreparazione delle ditte di pulizia e al non impiego di prodotti adeguati;
- piuttosto fumose e privi di riferimenti certi le disposizioni inerenti la gestione del flusso di operatività negli uffici postali, quali, ad esempio, quelle relative all’accesso contingentato della clientela negli stessi. Inoltre, non comprendiamo l’utilità nel mantenerli tutti aperti;
- la consegna delle mascherine deve avvenire con prescrizioni chiare e che non diano adito a dubbi interpretativi. Deve trattarsi di una consegna effettiva per un utilizzo concreto e non di un generico riferimento ad un approvvigionamento da utilizzarsi in casi di necessità;
- le sale consulenziali risultano da sempre insediate in spazi angusti, oggi assolutamente inadeguati rispetto alle disposizioni delle Autorità emanate in termini di distanze tra persone da rispettare per scongiurare il contagio. Da evitare inoltre ogni forma di spostamento dei venditori mobili.
Pur condividendo, lo rimarchiamo, la necessità di garantire ovunque i nostri servizi, rappresentiamo l’impellente esigenza di razionalizzare l’attuale operatività, riparametrandola ad un minimo essenziale che consenta un presidio di garanzia sull’intero territorio nazionale e ritenendo la salute delle Lavoratrici e dei Lavoratori un bene primario, assolutamente non negoziabile.
Occorre garantire, inoltre, il necessario monitoraggio sull’esatta realizzazione in periferia di tutte le iniziative assunte a livello centrale, ritenendo poco credibili prescrizioni prive di momenti essenziali di verifica.
Conserviamo ancora oggi quello spirito propositivo e responsabile che ha contraddistinto il nostro approccio ad un tema così delicato e continuiamo a guardare avanti con estrema fiducia, confidenti nelle capacità della nostra Comunità Scientifica. Ma è arrivato il tempo in cui ciascuno debba fare la propria parte, assumersi le proprie responsabilità, con coraggio e senza inutili infingimenti. E’ in gioco la sicurezza di un intero Paese, il nostro Paese, una posta in gioco troppo alta per poter essere sottovalutata, trascurata, sottaciuta. Le conseguenze che ne deriverebbero sarebbero devastanti, per tutti.
In attesa di riscontro, distinti saluti. LE SEGRETERIE NAZIONALI
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