LETTERA APERTA RLS PIPOLI- lunedì 23 marzo 2020
Gentilissimi,
in questi giorni dopo aver tanto ascoltato tanti lavoratori e lavoratrici di questa Unità Produttiva e posto le attuali applicazioni delle regole introdotte dal protocollo, sono giunto alla conclusione che è il momento di farle conoscere la loro opinione.
Come tutti apprendiamo dai mezzi di informazione i casi di contagio al coronavirus sono ancora in aumento, il picco al Sud è stato spostato nei primi giorni di Aprile, e, anche la provincia di Foggia non è immune, avendo il più alto tasso di incremento in tutta la Puglia, cui si aggiunge il rischio di ulteriori spostamenti dal Nord a causa del blocco delle attività non essenziali.
E’ chiaro a tutti che bisogna osservare precise regole e mantenere un comportamento che riduce al minimo il rischio, ma sul lavoro dove recepiamo le decisioni, cosa succede? Si nota che piano piano, molto, molto lentamente, si sta procedendo ad attivare tutte le misure che fin dal primo momento sono state indicate essenziali e urgenti dai lavoratori.
Si sostiene che Poste Italiane eroga servizi essenziali, finalmente sono stati chiusi i turni pomeridiani in alcuni uffici postali, cui poi è seguita una nuova razionalizzazione, ma è ancora poco!
Nel garantire il presidio sarebbe stato utile elaborare, lo aspettiamo ancora, un elenco di servizi realmente inderogabili, che ci possa permettere di vere meno rischi di contagio cui siamo ancora esposti inutilmente, nonostante le note triste vicende che hanno visto coinvolti alcuni colleghi della bergamasca.
I lavoratori sono anche molto preoccupati dal momento di confusione, atteso che prima si decide di alzare la soglia di distanza del cliente di 40 cm e poi si procede, per una maggiore protezione, a installare pannelli in plexiglass. Ci chiediamo se sul territorio il piano di prevenzione inizierà e sarà completato prima del pagamento delle pensioni previsto il 26 Marzo.
Vieppiù, allo stato attuale visto che si erogano tutti i servizi, quando si presenterà il furbo che anziché prendere la pensione chiederà di prelevare, come bisognerà comportarsi? E a fine turno con i clienti in coda in assenza delle porte di transito che regolano il flusso, come si farà a chiedere ai clienti di tornare il giorno dopo? Negli uffici particolarmente sensibili, in cui si possono creare disordini, a tutela dell’incolumità fisica è stato previsto il presidio della vigilanza?
Non meno importante è il fronte interno in cui, non potendo monitorare la temperatura corporea, stante la fornitura di una sola mascherina monouso e l’assenza di guanti, non si può certo lavorare sereni. E’ accertato che è molto pericolosa la vicinanza di un soggetto asintomatico, non si può continuare a sostenere che è sufficiente mantenere la distanza di sicurezza di un metro per evitare il contagio.
Ci preme far notare che le locandine esposte al pubblico in modo perentorio richiamano:
- al punto 2: PER LEGGE TIENI LA DISTANZA DI ALMENO UN METRO DALLE ALTRE PERSONE SIA IN
FILA CHE IN UFFICIO.
- al punto 3: SE HAI UNA MASCHERINA INDOSSALA.
Alla luce di quanto esposto, certo della sua attenzione le chiedo gentilmente di sensibilizzare la Prefettura e i Comuni a un controllo dei flussi negli uffici, oltreché se possibile diramare quali operazioni possono essere richieste dai clienti, e, infine consapevole delle difficoltà di approvvigionamento sollecitare l’invio dei dispositivi di sicurezza.
Cordiali saluti
RLS Vincenzo Pipoli
Documenti allegati:
Rsu & Rls
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