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L’INTERVENTO DEL NOSTRO RLS - mercoledì 2 dicembre 2020
Riunione periodica ex Art. 35 D. Lgs. 81/2008 - Puglia - Anno 2020
1 Dicembre 2020

Gentili colleghi,
faccio seguito alle ultime negative esperienze, per ricordare che la Policy sull’utilizzo della Posta Elettronica aziendale indica fra il complesso delle regole di comportamento convenzionalmente definito “netiquette”, che “E’ buona prassi rispondere alle e-mail di lavoro. I criteri che dettano le modalità di risposta sono l’educazione e la coerenza.”

Immagino il numero di email che tutti i giorni ricevete, e quanto tempo serve per leggerle tutte e rispondere. Tutte le comunicazioni sono importanti, ovviamente quelle dei capi, ma anche quelle degli RLS, forse di più!

Stante le reiterate segnalazioni, senza mai ricevere un riscontro, appare ovvia la volontà di evitare l’impegno che costituisce una risposta che, invece, è dovuta dal ruolo che si ricopre.

Va da se che senza un impegno quel ruolo non si esercita fino in fondo.

Non è bello per chi scrive sentirsi ignorati, non sapere se un’email è stata letta, se la stessa è stata presa in carico, non conoscere l’avanzamento e i tempi per la soluzione di tutte quelle criticità che vengono segnalate e che hanno impatto sui lavoratori, soprattutto quando si tratta di gestire urgenze.

Significa sottovalutare un ruolo riconosciuto dall’azienda, quello dell’RLS, che nell’interesse reciproco è in grado di contribuire fattivamente semplicemente perché presente nei luoghi di lavoro e perché conosce bene la realtà del territorio a differenza di chi lontano dalle dinamiche, poi deve decidere nascosto dietro una tastiera magari lavorando in smart working.

E’ il tempo di assumersi responsabilità e di far saper sapere chi e cosa chiede, chi e cosa fa. Per questo motivo chiedo di mettere agli atti il documento e di allegarlo al verbale che verrà elaborato alla fine della riunione.

Passo ora all’argomento che ritengo più preoccupante: la PANDEMIA.

Fra i temi all’ordine del giorno, tutti importantissimi e meritevoli degli approfondimenti, mi impressiona negativamente la pochezza di comunicazioni dedicata al “Focus emergenza sanitaria Covid-19” liquidato in una sola slide, precisamente la numero 8 su un totale di 80. Dimenticare o pensare di sorvolare sul tema più sensibile ai lavoratori, che in questa terribile seconda ondata ha colpito la Puglia, in particolar modo la città di Foggia, dimostra un’incapacità di confronto che mi induce a pensare che c’è la consapevolezza che si deve fare di più, senza però coinvolgerci.

In quella slide, priva dei casi di contagio fra colleghi, senza indicazioni sulle ricadute negli uffici, senza una statistica sulle categorie che risultano più colpite, leggo e riporto testualmente:

• “Con specifico accordo, inoltre, è stato stabilito che l’Osservatorio Paritetico Nazionale (OPN) svolga i compiti del Comitato per l’applicazione e la verifica delle misure anti contagio in stretta sinergia con gli Organismi Paritetici Regionali (OPR) che si avvalgono dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.”

Per quanto mi riguarda nonostante numerose segnalazioni non sono mai stato interpellato.

e ancora, che si è dato luogo alla:

• “Fornitura, DPI e attrezzature necessarie a gestire l’emergenza (mascherine, gel, plexiglass, bagni chimici per fornitori)”

Mi dispiace evidenziare la tardiva attivazione dei DPI. Mi viene in mente il caso delle mascherine allor quando le reclamavano, ma ci dicevano che non erano indispensabili, che quando a marzo nel pieno della prima ondata, la valutazione del rischio era “Se hai una mascherina indossala”, e che nel DVR del 12/03/2020 a pag.12 le istruzioni ai dipendenti sull’uso delle stesse erano pericolosamente insufficienti e sbagliate cui si pose rimedio dopo troppo tempo. Giudico tardiva anche la dotazione di appositi contenitori per lo smaltimento di guanti, mascherine e fazzoletti monouso.

• “Intensificazione pulizie e sanificazioni ambienti di lavoro, attrezzature e mezzi (è in corso la ripetizione della sanificazione di tutti gli edifici)”

Circa il tema delle pulizie e delle sanificazioni come si può migliorare una prestazione se resta identica la tempistica, già sottostimata, e la dotazione? Il plus, solo per comprendere, come è possibile rilevarlo?

A titolo esemplificativo nel CD di Foggia con oltre cento applicati su più turnazioni la pulizia, già insufficiente e segnalata prima dell’ondata di contagio, viene effettuata solo la mattina e in molti uffici non viene effettuata il sabato.

Il virus vi ha informato che fa la settimana corta?

In definitiva noto che piano piano, molto, molto lentamente si sta procedendo ad attivare tutte le misure che fin dal primo momento sono state indicate essenziali e urgenti dai lavoratori. Perché non siamo stati ascoltati?

Stride, alla domanda, il titolo di una notizia Ansa del 12 Novembre: “Del Fante, Poste più che mai preparata a nuova ondata Covid”, in cui il nostro a.d. commenta i risultati positivi del terzo trimestre. I lavoratori hanno fatto la lor parte, ma constatiamo che si valuta ancora la dotazione di termoscanner per rilevare la temperatura, che a questo punto arriveranno troppo tardi.

E’ chiaro a tutti che bisogna osservare precise regole e mantenere un comportamento che riduce al minimo il rischio, ma sul lavoro dove recepiamo le decisioni, cosa succede?

Succede che, il 2 Novembre è giunta negli uffici la comunicazione di esporre avvisi che recepivano le direttive del DPCM del 24 che erano state superate dalle indicazioni del Comitato OPN Verbale di riunione del 29 ottobre 2020.

Il verbale citato, indicava chiaramente quale criterio utilizzare per regolare gli accessi, che, in estrema sintesi, in relazione alla capienza massima delle “persone” che potevano contemporaneamente sostare all’interno dell’UP, doveva indicare un numero pari al rapporto 2:1 rispetto agli sportelli, alle sale consulenza e ai corner attivi in UP. Ne conseguiva che ogni altra forma di “determinazione”, nr. di stalli rossi, non risultava conforme alle misure anti-covid fino a quel momento individuate.

In seguito a una prima segnalazione, il 5 Novembre arrivò un chiarimento ai preposti, in cui, oltre al primario compito in materia di sicurezza sul lavoro, si dava loro facoltà, cito testualmente “di regolare il flusso di accesso negli UP adeguandolo alle situazioni contingenti specifiche del momento che potevano suggerire l’accesso contemporaneo di un numero di clienti inferiore al massimo riportato”.

Seguì una seconda segnalazione in cui si chiedeva, entro il termine due giorni, la rimodulazione degli avvisi da esporre recanti una dicitura coerente con il verbale di accordo, evidenziando, inoltre, che la facoltà concessa, poteva esporre il preposto a contestazioni da parte della clientela e delle autorità sull’arbitrio di decisioni in contrasto alle disposizioni aziendali.

Martedì, 10 Novembre 2020, abbiamo appreso che nell'incontro interlocutorio è stato sottolineato che “il numero di accessi debba tener conto delle postazioni presidiate, comprese sale consulenza e corner, nonché degli stalli nel rapporto 1:1 e che tale previsione vincola l'Azienda al rispetto del distanziamento sociale.”

Cosa è cambiato? Nulla, il numero resta identico come la facoltà in capo al preposto.

E negli uffici a doppio turno in cui si lavora a ranghi ridotti, cosa è cambiato? Nulla.

Veniano alla sanificazione e alla disinfestazione, il dubbio su cosa si mette in atto è diventato amletico. Non è mio compito disquisire sulla differenza e il significato termini, faccio solo presente che esiste una direttiva del Ministero della Salute in cui, ai due termini, viene sempre abbinata la pulizia.

Al riguardo è molto discutibile il metodo utilizzato per rimettere in sicurezza un ufficio nei casi di contagio.

Faccio un altro esempio pratico, se un medico decide di mettere in quarantena un collega sicuramente teme per i sintomi che manifesta o perché per un contatto stretto, possa essere affetto da Covid 19 e quindi contagioso. Dico un medico non il primo profeta che passa così per caso.

Succede che il collega, obbligato a nel suo domicilio non può andare a fare neanche un test sierologico per cui deve aspettare necessariamente i tempi dell’Asl per fare prima il tampone e poi ricevere l’esito. Nel frattempo una settimana è passata e finalmente l’ufficio viene chiuso.

Per onestà intellettuale vi chiedo se quella sanificazione sia realmente servita a evitare immediati casi di contagio.

Vieppiù, come mi è stato riferito, sono così veloci che un centometrista teme il confronto.

E’ vero, l’azienda recepisce le direttive emanate e le applica, ma l’istituzione di una cabina di regia, degli OPR e degli OPN serve per monitorare, migliorare e risolvere specifiche criticità?

Quella appena esposta cosa vi sembra?

Continuo sul tema per segnalare altri eventi incresciosi, che giudico pericolosi, inadeguati e irrispettosi nei confronti di una categoria di lavoratori che prestano servizio in ambito PCL.

Segnalo di aver appreso che le regole non vengono applicate come in ambito MP, eppure la mamma fino a prova contraria è la stessa.

Si è verificato che l’ufficio di Apricena, in cui coabitano i servizi di MP e PCL, sia stato chiuso tre giorni per sanificazione. Nel frattempo mentre per MP a presidio dell’ufficio c’era solo il Dup, i portalettere sono stati obbligati a lavorare per due giorni in un ambiente contaminato. Aggiungo che sono stati fatti uscire durante la sanificazione e fatti immediatamente rientrare per completare le lavorazioni e uscire per il recapito.

Ancora più grave ciò che si è verificato a Cerignola, mi risulta due lavoratori che prestavano servizio sono risultati positivi al Covid 19 e il CD è rimasto aperto con le stesse dinamiche del precedente ufficio.

Per quale motivo succede questo? A (…mazon) pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Non serve aggiungere altro se non informarvi che al prossimo caso, seguirà immediata denuncia all’Asl competente.

Potrei dilungarmi ma vado a chiudere l’intervento, che chiedo di portare all’attenzione dell’OPN insieme alle seguenti richieste:

• la rimozione dell’avviso ancora esposto con la sostituzione di uno in cui sia indicato il rapporto di 1:1 delle postazioni operative editabile dal Dup e variabile a ogni turno.

• il prolungamento dei tempi di pulizia di tutti gli uffici di almeno quindici minuti, per quelli con più turnazioni che avvenga almeno due volte al giorno e per tutti anche il sabato.

• la chiusura immediata degli uffici per sanificazione in presenza di un certificato medico che attesta un possibile caso di positività senza dover attendere l’esito di un test sierologico o di un tampone.

• una pulizia approfondita di tutti gli ambienti dopo la sanificazione che deve essere effettuata su tutti gli strumenti in dotazione dell’ufficio, ivi inclusi i monitor, le tastiere, i mouse, i pad, etc. etc.

• l’installazione di termoscanner per prevenire l’ingresso di personale e clienti con sintomi di febbre.

• Non ultima per importanza la dotazione di bombolette spray monouso, (costo: due euro), per l’igienizzazione dei mezzi di trasporto che attualmente è limitata dall’utilizzatore al passaggio di gel sul volante e sulle parti in plastica.

• Riduzione dell’eccessiva fornitura di gel e guanti

Concludo con una frase che ormai ripeto come un mantra in tutte le mie comunicazioni: “tutto questo al fine di fugare il timore dei colleghi di cui raccolgo quotidianamente la paura di contagio”, ma questo non vale per tutti.

Grazie per l’attenzione.

Cordiali saluti,
RLS Vincenzo Pipoli

Documenti allegati:

 
 
 Rsu & Rls
 
 
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